[121] Politiko  

 

Come più volte ricordato, l’esperantismo è un movimento neutrale anche dalla prospettiva politica: numerose sono però le esperienze politiche che, viceversa, si richiamano all’esperanto e ai suoi ideali per sottolineare i valori di cui si vogliono fare portatrici. Sulla base della classificazione dei movimenti sociali proposta da Alberto Melucci (Sistemi politici, partiti e movimenti sociali, Feltrinelli: Milano 1997) potremmo collocare lo stesso esperantismo tra i movimenti rivendicativi che si adoperano per favorire mutamenti di norme, di ruoli, di procedure di assegnazione delle risorse socioeconomiche, in altre parole per influire sulle politiche soprattutto linguistiche adottate a vari livelli, da quello internazionale (attraverso l’azione dell’UEA) a quello nazionale (agendo come gruppo di pressione sulle istituzioni, sui partiti politici, sui parlamentari, sui candidati alle elezioni in particolare europee, sugli organi di stampa, ecc.).

Carattere più specifico rivestono invece alcune esperienze che per la loro originalità è qui significativo ricordare, a partire dalla Esperanto Radikala Asocio (ERA, “Associazione Radicale Esperanto), un’associazione senza scopo di lucro (ONLUS dal 1998) affiliata al Partito Radicale Transnazionale che si occupa di democrazia linguistica e salvaguardia dell'ecosistema linguistico-culturale. L'associazione si è costituita il 25 aprile 1987 a Roma, dove mantiene tuttora la propria sede principale (affiancata da quelle di Bruxelles e di New York), ad opera di un gruppo di militanti radicali (Giordano Falzoni, Paola Gozzi Gorini, Carla Faccioli e Giorgio Pagano) e dell’esperantista socialista Alberto Menabene. Si tratta della più antica associazione riconducibile alla galassia radicale oggi in attività, e si occupa di sensibilizzare sul problema della democrazia linguistica le varie istituzioni (si vedano la pagina http://it.wikipedia.org/wiki/Esperanto_Radikala_Asocio e il sito ufficiale http://www.patriaeuropea.it).

La partecipazione esperantista si rafforza il 13 giugno 2004, quando alle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo si presenta per la prima volta il partito Eŭropo Demokratio Esperanto (EDE, “Europa Democrazia Esperanto”), che include fra i suoi obiettivi l’adozione dell'esperanto come seconda lingua di ogni cittadino dell’Unione, al fine di facilitare la comunicazione diretta fra gli europei. Secondo le finalità di questo partito, l'esperanto non è un’idea politica ma uno strumento indispensabile alla democrazia e alla giustizia per permettere il dibattito politico (si rimanda per ulteriori notizie a http://it.wikipedia.org/wiki/Europa_Democrazia_Esperanto, e soprattutto al sito ufficiale http://www.e-d-e.org).

Un paio d’anni più tardi, il 26 aprile 2006, in Irlanda viene fondato il partito politico socialista repubblicano Éirígí, il cui simbolo contiene una stella verde e il cui programma comprende la promozione dell’esperanto (http://en.wikipedia.org/wiki/Éirígí; http://www.eirigi.org), mentre il 1º novembre 2009, a Wiesbaden (Germania), viene fondato il partito politico transnazionale Unu Mondo (“Esperantista partio por justa tutmondiĝo”), che promuove i valori della globalizzazione etica attraverso l’impiego dell’esperanto (http://www.unu-mondo.org).




Al ĉiu frato lian parton [17] “Ad ogni fratello la sua propria parte”.


 

Federazione Esperantista Italiana

http://www.esperanto.it

Città di Mazara del Vallo

http://www.comune.mazaradelvallo.tp.it

Altro sito

http://