[36] Preĝo

 
Non si può prescindere, per comprendere pienamente il sogno di Zamenhof, dalla lettura della preghiera che chiuse il suo primo discorso programmatico. La Preĝo è un inno fortemente religioso: l’invocazione diretta alla Forza creatrice, la sacralità della bandiera, la supplica (Redonu la pacon al la infanaro / de l’ granda homaro!) ne sono tratti inequivocabili.

Per la sua notevole carica emotiva, l'opera è ritenuta a tutt’oggi uno degli esempi più limpidi di poesia in esperanto. Per i suoi contenuti fortemente programmatici, essa è universalmente riconosciuta come una summa degli ideali del primo movimento esperantista, e in quanto tale parte fondante della storia dell'esperanto di inizio Novecento.

Vi si riprende la simbolica immagine della caduta dei muri, a introduzione di una sorta di ecumenismo fra le tre grandi religioni monoteiste, in una visione profetica che al tempo generò tale e tanto scetticismo, insicurezza e timore da spingere gli amici più intimi di Zamenhof a consigliarlo di non leggere l’ultima strofa, che ancora oggi è considerata tanto esoterica (nel senso primariamente etimologico) da non essere nemmeno pubblicata nella Krestomatio de Esperanto (v. per il testo: http://www.gutenberg.org/catalog/world/readfile?fk_files=1470037), il testo pubblicato la prima volta nel 1903 come prima raccolta di opere in lingua esperanto di stili diversi, contenente letteratura originale, traduzioni e la versione esperanto della Fundamenta gramatiko.

La poesia si compone di sei strofe di otto versi ciascuna, all'interno delle quali si susseguono un dodecasillabo, un novenario, un dodecasillabo, un novenario, tre dodecasillabi e un senario (un emistichio di dodecasillabo). Tutti i versi terminano con una parola piana.

 Preĝo sub la verda standardo

Preghiera sotto il verde stendardo 

Al Vi, ho potenca senkorpa mistero,
fortego, la mondon reganta,
al Vi, granda fonto de l'amo kaj vero
kaj fonto de vivo konstanta,
al Vi, kiun ĉiuj malsame prezentas,
sed ĉiuj egale en koro Vin sentas,
al Vi, kiu kreas, al Vi, kiu reĝas,
hodiaŭ ni preĝas.
 
Al Vi ni ne venas kun kredo nacia,
kun dogmoj de blinda fervoro:
silentas nun ĉiu disput' religia
kaj regas nun kredo de koro.
Kun ĝi, kiu estas ĉe ĉiuj egala,
kun ĝi, la plej vera, sen trudo batala,
ni staras nun, filoj de l'tuta homaro
ĉe Via altaro.
 
Homaron Vi kreis perfekte kaj bele,
sed ĝi sin dividis batale;
popolo popolon atakas kruele,
frat' fraton atakas ŝakale.
Ho, kiu ajn estas Vi, forto mistera,
aŭskultu la voĉon de l' preĝo sincera,
redonu la pacon al la infanaro
de l' granda homaro!
 
Ni ĵuris labori, ni ĵuris batali,
por reunuigi l' homaron.
Subtenu nin Forto, ne lasu nin fali,
sed lasu nin venki la baron;
donacu Vi benon al nia laboro,
donacu Vi forton al nia fervoro,
ke ĉiam ni kontraŭ atakoj sovaĝaj
nin tenu kuraĝaj.
 
La verdan standardon tre alte ni tenos;
ĝi signas la bonon kaj belon.
La Forto mistera de l' mondo nin benos,
kaj nian atingos ni celon.
Ni inter popoloj la murojn detruos,
kaj ili ekkrakos kaj ili ekbruos
kaj falos por ĉiam, kaj amo kaj vero
ekregos sur tero.
A Te, potente mistero incorporeo,
grande Forza che regge il mondo,
a Te, grande fonte dell’amore e della verità
e fonte di vita costante,
a Te che tutti presentano diversamente
ma tutti nel cuore sentono allo stesso modo,
a Te che crei, a Te che regni
oggi eleviamo una preghiera.
 
A Te non veniamo con credo nazionale,
con dogmi di cieco fervore:
tace ora ogni disputa religiosa
e regna solo il credo del cuore.
Con esso, che è uguale in tutti,
con esso, il più vero, senza imposizione forzata,
stiamo ora, figli dell’intera umanità,
presso il Tuo altare.
 
Hai creato l’umanità in modo perfetto e bello,
ma questa si è divisa in lotta;
un popolo attacca crudelmente un popolo,
il fratello attacca il fratello come sciacallo.
Oh, chiunque tu sia, Forza misteriosa,
ascolta la voce della preghiera sincera,
restituisci la pace ai figli
della grande umanità!
 
Giurammo di impegnarci, giurammo di lottare,
per riunire l’umanità.
Sostienici, Forza, non lasciarci cadere
ma lasciaci vincere la barriera;
benedici il nostro lavoro,
dona forza al nostro fervore,
ché sempre contro attacchi selvaggi
rimaniamo coraggiosi.
 
Terremo altissimo il verde stendardo;
esso indica il bene e il bello.
La Forza misteriosa del mondo ci benedirà,
e raggiungeremo la nostra meta.
Abbatteremo i muri fra i popoli,
ed essi rovineranno rumorosamente
e cadranno per sempre, e Amore e Verità
inizieranno a regnare sulla Terra.

 

La quinta strofa è quella che più di ogni altra esprime la carica emotiva del componimento. In apertura è citata, per la prima volta, la bandiera dell'esperanto, il cui ruolo centrale nella poesia è sottolineato dal richiamo presente nel titolo stesso.

La paratassi dei versi 5-8 accelera il ritmo, rendendo l'impressione della caduta tumultuosa e inarrestabile dei muri e dell'avvento del regno di amo kaj vero ("amore e verità"); diversi verbi sono caratterizzati dal prefisso incoativo ek- ("iniziare a..."), che evidenzia la rapidità dei cambiamenti descritti.

(cf. http://it.wikipedia.org/wiki/Pre%C4%9Do_sub_la_verda_standardo; il testo originale si può leggere anche in http://esperanto-mv.pp.ru/Kolekto/Preĝo.html).
 

Dalla radice preĝ- il Proverbaro porta molti esempi. Eccone la breve batteria 2077-2080: Preĝejo proksima, sed Dio malproksima [“La chiesa è vicina, ma Dio è lontano”]; Preĝon faru, sed farunon preparu [“Recita preghiere, ma prepara la farina”]; Preĝu al la Eternulo, ne al Lia sanktulo [“Prega l’Eterno, non il Suo santo”]; Preĝu kore kaj laboru fervore [“Prega col cuore e lavora con zelo”].

 

Federazione Esperantista Italiana

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Città di Mazara del Vallo

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