[89] Nova sento

 

Fra i momenti fondamentali della riflessione esperantista è “il nuovo sentire”, in quel desiderio di palingenesi che avrebbe migliorato il mondo nella diffusione degli ideali culturali e umani che informano la Weltanschauung esperantista. Il praesperanto (pra è prefisso con valore di lontananza o lunga distanza nel tempo, come si è visto) è intriso di messianesimo: basti il solo esempio dello scritto anonimo (autore dell’opera potrebbe essere Nahum Slouschz, professore di letteratura ebraica moderna alla Sorbona) La Biblia Profeto Cefanjahu antaǔanoncinta Esperanton, edito a Parigi nel 1910, dove si afferma che Sofonia profetò dell’esperanto, ravvisando nel v. 3:9 (“Allora io darò ai popoli un labbro puro, / perché invochino tutti il nome del Signore / e lo servano tutti sotto lo stesso giogo”, così nella Bibbia CEI 2008), con l’espressione שפה ברורה, un rimando alla lingua di Zamenhof, nella delineazione di un rapporto fra esperantismo e profezia espressamente citato dal rabbino Saphro durante il congresso di Berna del 1913 (cfr. "The Australian Esperantist", sett./ott. 1961, p. 149, e "Israela Esperantisto" 59, 13, decembro 1976).

L'immagine è da http://www.ipernity.com/doc/bernardo/4025178.


Ĉiu vivas laŭ sia prudento kaj sento [274] “Ognuno vive secondo la propria ragione e il proprio sentimento”





 

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