[15] La himno

 

La espero”, il primo sostantivo che abbiamo appreso, è il titolo dell’inno esperantista, poesia scritta da Zamenhof probabilmente intorno agli anni 1889-1890 a Herson, cittadina sul Mar Nero, e musicata prima dallo svedese Claes Adelskjöld, membro dell’Accademia Regia delle Scienze di Stoccolma, e successivamente dal barone francese Félicien de Ménil, diplomatico e musicista conosciuto fra la gli esperantisti come “la muzikisto de Esperanto” {“Il musicista dell’esperanto”} (la cui versione, utilizzata ancora ai giorni nostri, è ascoltabile in rete; della musica in esperanto ci occuperemo più avanti). Impariamo oggi la prima strofa:

 

En la mondon venis nova sento,       
tra la mondo iras forta voko;
per flugiloj de facila vento
nun de loko flugu ĝi al loko.
Nel mondo è giunto un nova sento,
tra il mondo va una forte chiamata;
sulle ali di un vento favorevole
ora possa volare di luogo in luogo.

 

Il sèguito lo leggerete più in là [> 29]. Come si legge in un sito dedicato agli inni, l'esperanto è "probably the only language in the world with its own flag and anthem".

Per un recentissimo studio, v. D. Astori, “La esperanta espero fra creazione linguistica e costruzione identitaria”, in Paideia 66 (2011), pp. 383-403.


De kantado senpaga doloras la gorĝo [290] “Del canto gratuito duole la gola”, Ofte kantas la buŝo, kiam ploras la koro [1798] “Spesso canta la bocca quando piange il cuore”.

 

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