[62] ONU / UNESCO

 
Per il suo carattere di lingua ausiliaria internazionale per eccellenza, e per gli ideali di pace, uguaglianza e amicizia fra popoli espressi dal movimento esperantista, l'esperanto è spesso stato, durante la sua storia, oggetto di dibattito presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite.

Durante il Nazismo, il maggiore ostacolo all'impiego dell'esperanto nei consessi internazionali era determinato dalla forte opposizione della Germania di Adolf Hitler, che vedeva in esso uno strumento costruito dagli Ebrei per comunicare fra loro.

Dopo la caduta del regime nazista, l’Associazione Universale Esperanto presentò per la prima volta presso le Nazioni Unite una petizione in favore della lingua esperanto, che chiedeva all'Organizzazione di valutare il problema della comunicazione internazionale e la soluzione offerta dalla lingua di Zamenhof. La petizione, sottoscritta da 500 associazioni e da quasi un milione di persone, fu trasmessa all'UNESCO nel 1950, e qui presa in esame per la prima volta nel 1952. Il testo, nato come petizione, necessitava di essere fatto proprio da una delegazione nazionale per essere ufficialmente esaminato dall'organizzazione: se ne prese carico la Svizzera, tramite un documento che esortava il Direttore Generale a comunicare il contenuto della petizione agli stati membri. Il documento fu approvato dal Gruppo di lavoro delle Attività Culturali e quindi adottato, con alcune modifiche, dalla Conferenza Generale l’11 dicembre 1952.

Nel 1954 innanzi a una Commissione dell'UNESCO fu nuovamente avanzata una mozione relativa all'esperanto, stavolta da parte della delegazione del Messico. La proposta, sostenuta dagli Stati minori, fu respinta dall'ostruzionismo delle potenze occidentali (è da notare che l'Italia si astenne). La settimana successiva, durante la seduta plenaria (Conferenza generale di Montevideo), la situazione si capovolse allorché fu approvata una risoluzione che prendeva atto dei risultati ottenuti dall'esperanto in materia di scambi culturali internazionali, dichiarava che tali risultati coincidevano con gli scopi e gli ideali dell'UNESCO e impegnava il Direttore Generale a seguire l'evoluzione dell'uso dell'esperanto in campo scientifico, educativo e culturale nei singoli stati membri.

Ecco il testo integrale della Risoluzione della Conferenza generale dell’UNESCO 8C/DR/116, approvata a Montevideo il 10 dicembre 1954:

 
La Conferenza Generale,

dopo aver discusso il Rapporto del Direttore Generale sulla Petizione Internazionale a favore dell’Esperanto,

(1) prende nota dei risultati raggiunti mediante l’Esperanto nel campo degli scambi intellettuali internazionali e per l’avvicinamento dei popoli del mondo;

(2) riconosce che tali risultati corrispondono alle finalità e agli ideali dell’UNESCO;

(3) autorizza il Direttore Generale a seguire lo sviluppo dell’uso dell’Esperanto nella scienza, nell’educazione e nella cultura e a collaborare a tal fine con l’Associazione Universale di Esperanto (UEA) nelle materie concernenti ambedue le organizzazioni;

(4) prende nota del fatto che parecchi Stati Membri hanno dato notizia di essere disposti a introdurre o ad ampliare l’insegnamento dell’Esperanto nelle proprie scuole primarie, secondarie o superiori, e invita questi Stati Membri a tenere informato il Direttore Generale circa i risultati conseguiti in tale campo

 
All'interno della delegazione italiana presente all'Assemblea si registravano posizioni discordanti. Una parte era nettamente contraria alla mozione: questa posizione era rappresentata in maniera particolare da Giuseppe Ungaretti, secondo cui una lingua artificiale non poteva essere in grado di esprimere valori artistici (questa posizione appariva particolarmente vicina a quella di Antonio Gramsci, nonostante la forte distanza ideologica fra le due personalità). Al contrario, altri diplomatici (guidati da Vittorino Veronese) erano fortemente favorevoli alla mozione. Durante la seduta plenaria che portò all'approvazione della risoluzione l'Italia espresse voto favorevole, dacché gli oppositori si erano rivelati essere una minoranza della delegazione.

La posizione dell’UNESCO si rafforza nella Conferenza generale del 1985, in occasione della quale l’Organizzazione ha rivolto un appello agli stati membri e alle altre organizzazioni internazionali per la promozione dell’insegnamento dell'esperanto nelle scuole e per il suo impiego nelle questioni internazionali. Risoluzione dell’UNESCO XI.4.4.218 - Celebrazione del Centenario dell’Esperanto – approvata dalla Conferenza Generale dell’Unesco l’8.11.1985.

 
La Conferenza Generale,

considerando che, nella sessione del 1954 che ebbe luogo a Montevideo, con la sua risoluzione IV.1.4.422-4224 prese nota dei risultati conseguiti mediante la lingua internazionale esperanto nel campo degli scambi intellettuali internazionali e della reciproca comprensione tra i popoli del mondo, e riconobbe che tali risultati corrispondono agli scopi e agli ideali dell’Unesco.

ricordando che l’esperanto nel frattempo ha fatto un notevole progresso come strumento di comprensione fra i popoli e le culture di Paesi diversi, penetrando nella naggior parte delle regioni del mondo e nella maggior parte delle attività umane,

riconoscendo le grandi possibilità offerte dall’esperanto per la comprensione internazionale e la comunicazione fra i popoli di diverse nazionalità,

prendendo nota del rilevantissimo contributo del movimento esperantista, e specialmente della “Universala Esperanto-Asocio”, alla diffusione di informazioni sull’azione dell’Unesco, come pure della sua partecipazione a tale azione.

consapevole del fatto che nel 1987 si celebrerà il centenario dell’esistenza dell’esperanto,

 
1. Si congratula col movimento esperantista in occasione del suo centesimo anniversario;

2. Chiede al Direttore Generale di seguire costantemente con attenzione lo sviluppo dell’esperanto come mezzo per migliorare la comprensione tra nazioni e culture diverse;

3. Invita gli Stati membri a dar rilievo al centenario dell’esperanto mediante opportune manifestazioni, dichiarazioni, edizione di francobolli celebrativi e simili, e a promuovere l’introduzione di un programma di studi sul problema delle lingue e l’esperanto nelle proprie scuole e nelle proprie istituzioni di istruzione superiore,

4. Raccomanda alle organizzazioni internazionali non governative di aderire alla celebrazione del centenario dell’esperanto e a studiare la possibilità di utilizzare l’esperanto come mezzo per diffondere fra i propri membri tutte le informazioni, comprese quelle relative all’azione dell’Unesco.

 
La consonanza d’intenti viene ulteriormente ribadita nel 1997 quando, all'82° Congresso mondiale d'Esperanto portò il saluto lo stesso Direttore generale dell’UNESCO, Amadou-Mahtar M’Bow;
nel 1999 l’UNESCO proclama la data del 21 febbraio come Giornata Mondiale della Lingua Materna, evento celebrato, ogni anno, dai gruppi esperantisti delle diverse città del mondo.

Il contributo più duraturo dell'UEA è la serie editoriale “Oriente/Occidente”, che dal 1961 si è articolata nella traduzione nella lingua internazionale esperanto di 49 opere importanti della etteratura mondiale.

L’UEA ha inoltre rapporti di consultazione con le Nazioni Unite, l’UNICEF, il Consiglio d’Europa, l’Organizzazione degli Stati Americani e l’Organizzazione delle Norme Internazionali (ISO).

Oggi l’esperanto è una delle lingue ufficiali del Fondo Mondiale di Solidarietà contro la Fame.

Qui si possono trovare le risoluzioni UNESCO relative all’esperanto: http://e.euroscola.free.fr/unesco-en.htm.

Per ulteriori approfondimenti: http://it.wikipedia.org/wiki/Esperanto_e_Organizzazione_delle_Nazioni_Unite, e il capitolo 5 dell’opera di Humphrey Tonkin, Una lingua e un popolo. Problemi attuali del movimento esperantista, Edizioni Eva, Venafro (IS) 2009: 76-98, che mette bene in risalto l'operato internazionale di Ivo Lapenna, al quale dedicheremo un approfondimento più avanti.


Granda
estas la mondo, sed rifuĝon ne donas [658] “Il mondo è grande, ma non offre rifugio”.






 

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