[34] Esprimivo

 
Almeno un accenno non si può negare alla notevole produzione letteraria, che ha dimostrato la capacità espressiva e creativa (esprimivo, come si dice in lingua) dell’esperanto anche in àmbito artistico. Accanto all’attività traduttiva, una ricca e variegata produzione orginale contribuisce fortemente alla finalita principale della lingvo internacia di sviluppare una “cultura universale” (la fiorente tradizione letteraria in esperanto è riconosciuta dal ‘Pen-club internazionale’, che ha ammesso un ‘Centro Pen esperanto’ nel settembre 1993, al proprio 60° Congresso), spaziando fra autori delle più diverse nazionalità a indicare il cosmopolitismo e l’internazionalità di quella patria internazionale che è l’Esperantujo.

Per un approfondimento in lingua v. http://www.esperantio.net/index.php?id=33.

Abbiamo già iniziato a presentare, ogni settimana, inframmezzato ad altre personalità del movimento esperantista, un poeta significativo della letteratura originale in esperanto, riprendendo i materiali apparsi in D. Astori, “La poesia esperantista”, prima parte in Poesia 205 (Anno XIX: maggio 2006) pp. 65-76 e seconda parte 206 (Anno XIX: giugno 2006) pp. 65-76. Ad essi aggiungiamo alcune altre poesie scritte dallo stesso Zamenhof [14; 15; 21; 22; 26; 28; 36; 42; 56; 82; 91; 118; 119; 122; 124].

Altra parola chiave della cultura esperantista, originala, è derivata dalle lingue neolatine e penetrata anche in quelle anglo-sassoni, collegata al termine “origine”: si definisce originala un oggetto, da cui si traggono imitazioni o copie, e per estensione un oggetto, o un’idea, con caratteristiche peculiari. Fin dall’inizio questa parola è stata utilizzata in esperanto per indicare la lingua in cui un testo è stato scritto, per distinguerlo dalle traduzioni; questo uso è stato poi anche specializzato per definire originala literaturo, la letteratura generata in esperanto, indipendentemente dal fatto che sia stata tradotta in altre lingue. La letteratura “originale” in esperanto, cresciuta col contributo di autori diversi per etnia e per cultura, è uno degli esempi più significativi di multiculturalismo.

Notevoli scrittori contemporanei in esperanto sono i narratori Trevor Steele (Australia) e Spomenka Stimec (Croazia), i poeti William Auld (Scozia, candidato al Premio Nobel per la Letteratura 1998) e Abel Montagut (Catalogna), e i saggisti e i traduttori Probal Dasgupta (India) e Fernando de Diego (Venezuela).

La letteratura in esperanto comprendeva, nella prima fase di sviluppo della lingua (1878-1885), un insieme di testi letterari prodotti dalle letterature nazionali che erano stati tradotti a vario titolo in esperanto da linguisti o semplici appassionati. A partire dagli inizi del XX secolo, tuttavia, la comunità esperantista vide la nascita di una vera e propria letteratura in lingua, costituita da lavori originali e inediti scritti direttamente in esperanto.

Secondo molti, l'esistenza di una solida letteratura in lingua è una delle principali differenze fra l'esperanto e le altre lingue ausiliarie internazionali; la sua esistenza ha permesso la nascita di una cultura esperantista propriamente detta. In un certo senso, questo corrisponde a quanto accadde in diversi imperi del centro Europa nel XIX secolo; coincidentalmente, proprio in tale area ebbe inizio lo sviluppo dell'esperanto.

Oggigiorno, molti scrittori in lingua esperanto sono raggruppati nella Akademio Literatura de Esperanto.

Per ulteriori notizie, informazioni e link cf. http://it.wikipedia.org/wiki/Letteratura_in_esperanto, da cui sono tratti questi ultimi paragrafi, e http://www.esperanto.it/esperanto/letteratura.php. Un approfondimento sulla letteratura erotica in esperanto sarà offerto più avanti; un'altra particolare sezione della letteratura in esperanto riguarda la produzione di fumetti, ai quali si dedicherà una scheda apposita più avanti.


All’attività scrittoria sono dedicati alcuni proverbi:

Al la papero ne mankas tolero [46] “Alla carta non manca tolleranza”
Malsaĝulo ĉie sian nomon skribas [1468] “Sciocco è chi scrive ovunque il suo nome” (quasi corrispondente al nostro “chi si loda s’imbroda”)
Plumo ne sentas, papero silentas [2012] “La penna non sente, la carta non parla".

 

Federazione Esperantista Italiana

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Città di Mazara del Vallo

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