[99] L’esperanto in Italia 

 

Per quanto la prima grammatica di esperanto in italiano sia del 1890, e gruppi esperantisti siano nati nei primi anni del secolo, gli esperantisti italiani si riunirono in una struttura a dimensione nazionale solo qualche anno più tardi: la Federazione Esperantista Italiana (FEI), nasce il 22 marzo del 1910 a Firenze per promuovere la conoscenza dell’esperanto in Italia, con l’organizzazione di congressi annuali e la pubblicazione di una rivista; quando il movimento esperantista si raccolse in una associazione internazionale, la UEA, la FEI vi aderì in rappresentanza degli esperantisti italiani. Nel 1935 la FEI organizzò il congresso mondiale di esperanto a Roma sotto la presidenza di Bruno Migliorini, e in quella occasione incominciarono le trasmissioni di Radio Roma in esperanto, che furono interrotte durante la guerra (per riferimenti alla storia del movimento italiano negli anni del Fascismo, rimandiamo alle relative pagine nel libro L’esperanto in Italia. Alla ricerca della democrazia linguistica di Carlo Minnaja [Il Poligrafo, Padova 2007], che segnaliamo anche per l’attinenza alla tematica odierna).

Dopo la guerra, sotto la presidenza di Giorgio Canuto, ripresero i congressi e la pubblicazione della rivista. All’inaugurazione del congresso del 1951, svoltosi a Pisa, fu presente l’allora ministro della Pubblica Istruzione, Antonio Segni (divenuto in seguito Presidente della Repubblica), che, a sèguito di quella visita, il 21 febbraio 1952 diramò ai Provveditori agli studi la seguente circolare:


Prot. N. 12411 - Gab.

Roma 21 febbraio 1952

OGGETTO: CORSI di lingua Esperanto.

AI PROVVEDITORI AGLI STUDI

Questo Ministero, compreso della utilità ed interesse che possono derivare dalla conoscenza e dalla diffusione dell'Esperanto, ritiene che debba esserne favorito lo studio in quei centri, almeno, ove si trovino già elementi idonei ad impartire detto insegnamento.
Ai fini pertanto, di facilitare la conoscenza di tale lingua sussidiaria, questo Ministero non ha nulla in contrario a che vengano incoraggiate iniziative intese a promuovere lo studio dell'Esperanto, con la concessione, anche, dell’uso di aule scolastiche per la istituzione di corsi.
Si avverte con l’occasione che, per le modalità tecniche dell’insegnamento, le autorità scolastiche potranno prendere opportuni contatti con l’Istituto Italiano di Esperanto - Firenze, Via de’ Neri 6, o con i rappresentanti locali di detto Centro di Studi.
Si pregano le SS. LL. di voler tenere informato questo Ministero, a suo tempo, dell’esito che i suddetti corsi abbiano ottenuto.

Il Ministro (firmato: Segni)


Questa circolare è ancora in vigore.

La FEI è stata riconosciuta come ente morale nel 1956 (DPR 28.6.1956, n. 1720), sottoposto alla vigilanza del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; è senza fini di lucro e il suo statuto ne stabilisce l’estraneità a qualsiasi ideologia politica o fede religiosa. Attualmente essa riunisce i gruppi esperantisti locali (tra 40 e 50 in Italia) e le associazioni di categoria (ferrovieri, insegnanti, cattolici, ecc.) ed ha una sezione giovanile. Le sue attività comprendono: informazione sui problemi linguistici internazionali e sull'esperanto, organizzazione del Congresso Italiano di Esperanto (http://kongreso.esperanto.it/80), organizzazione di seminari durante i quali si approfondiscono le tematiche inerenti alla lingua esperanto ed alla cultura esperantista, coordinamento delle attività dei gruppi locali, stampa e distribuzione di materiale didattico ed informativo. Un elenco degli incontri esperantisti organizzati in Italia si può trovare su http://www.esperantoitalia.it/renkontoj.htm.

La Federazione Esperantista Italiana è tuttora la sezione italiana dell'Associazione Universale di Esperanto (UEA), che la coordina a livello mondiale con le altre associazioni nazionali e la rappresenta in contesti quali l’ONU o l’UNESCO. Esiste un servizio che informa il movimento mondiale delle attività e novità degli esperantisti italiani: Informitale, a disposizione degli esperantisti italiani che desiderano informare l’UEA di proprie iniziative, se di livello internazionale e conformi alle norme statutarie della Federazione (vedi http://iej.esperanto.it/nsir/arkivo.php?numero=435&lingvo=it e http://lists.lernado.it/mailman/listinfo/informitale). Organo della Federazione Esperantista Italiana è la rivista mensile “L’esperanto”, ricevuta da tutti i soci. Informazioni più dettagliate e costantemente aggiornate sulla FEI si possono leggere in http://www.esperanto.it/fei (il vecchio sito, ancora attivo ma in dismissione, era http://www.esperantoitalia.it).

La circolare Segni indica esplicitamente che l’ente competente per definire le modalità di insegnamento dell’esperanto nelle scuole pubbliche è l’Istituto Italiano di Esperanto. Esso nacque il 20 aprile 1912 col nome di “Cattedra Italiana di Esperanto”; venne riorganizzato dopo la guerra, e fino al 1963 fu guidato da Corrado Grazzini (1883-1971), autore di grammatiche e vocabolari. Il suo scopo è l’insegnamento dell’esperanto: definisce i programmi dei corsi su diversi livelli, organizza i relativi esami e ne distribuisce i diplomi; sceglie i suoi membri per cooptazione fra coloro che hanno superato l’esame di magistero. Ulteriori informazioni si possono trovare sul sito http://iie.esperantoitalia.it/.


Come detto, la FEI – insieme con altre associazioni esperantiste europee – aderisce alla Unione Esperantista Europea (EEU). Dal 1999 al 2004 il principale animatore di questa associazione fu un italiano, Umberto Broccatelli (1931-2010), che fu anche il redattore della rivista in rete “Eŭropa Bulteno” (http://www.europo.eu/euhropa-bulteno); a lui si deve la versione in esperanto dell’Inno Europeo. Per questa sua attività fu nominato presidente onorario della EEU nel 2004, e socio onorario della UEA nel 2006. Viene anche ricordato per i suoi testi didattici, il Vocabolario Esperanto-Italiano (1984), il Nuovo Corso di Esperanto, per allievi e autodidatti (1993) e il Dizionario Italiano-Esperanto Esperanto-Italiano (2004). Alcune sue traduzioni si trovano nella Itala Antologio (1987), raccolta di versioni in esperanto di brani significativi della nostra letteratura. La sua ultima fatica fu la traduzione del Giornalino di Gian Burrasca, pubblicata nel 2009 nel quadro di un programma finanziato dall’Unione Europea per uno scambio culturale della letteratura infantile (dalla versione in esperanto il libro fu poi tradotto in hindi e distribuito in India).

Le trasmissioni in esperanto da Radio Roma, come detto sopra, erano state sospese durante la guerra; furono riprese, con cadenza bisettimanale, nel 1950, in occasione di un Congresso internazionale degli esperantisti cattolici, che in quell’anno santo si tenne a Roma. Queste trasmissioni rientravano fra quelle in lingue straniere commissionate alla RAI dalla Presidenza del Consiglio per la promozione della cultura italiana  (e indirettamente del turismo) all’estero.  Come responsabile fu confermato Ascenzio Blasimme (1901-1971), che si fece affiancare da due collaboratori, Vincenzo Musella (1894-1973) e Luigi Minnaja (1899-1974); la linea editoriale scelta fu quella di introdurre anche argomenti di interesse specifico per gli esperantisti. Vincenzo Musella presentò fra l’altro una lettura a puntate della traduzione dell’Inferno di Dante in terza rima fatta da K. Kalocsay (la traduzione completa in terza rima della Divina Commedia, opera di Enrico Dondi, è stata pubblicata solo nel 2006; quella completa, ma non in terza rima, di Giovanni Peterlongo, per quanto già ultimata, fu pubblicata postuma dal figlio nel 1963).

Luigi Minnaja scelse di presentare un notiziario sugli eventi più importanti non solo in Italia (comprendendovi anche quelli riguardanti la Chiesa cattolica), ma anche nel movimento esperantista, incluse le recensioni delle opere letterarie più importanti subito dopo la loro pubblicazione; una simpatica tradizione fu la presentazione delle canzoni vincitrici del Festival di Sanremo tradotte in esperanto. La linea scelta, seppure alquanto anomala rispetto a quella delle altre trasmissioni per l’estero, fu accettata dai dirigenti RAI soprattutto perché molti ascoltatori, in particolare dell’Europa orientale, esprimevano per iscritto il loro gradimento, e in epoca di guerra fredda questo era un segnale molto apprezzato. Per la preparazione dei testi Luigi Minnaja poteva contare sul valido aiuto della moglie, Carolina Minio Paluello (1903-1984), sposata nel 1937 e che gli aveva dato due figli, divenuti esperantisti dalla nascita.

Luigi Minnaja era stato il braccio destro di Bruno Migliorini nell’organizzazione del congresso di Roma nel 1935; per molti anni fu segretario del Gruppo Esperantista Romano, che ora è intitolato a lui e a Carolina Minnaja, riconoscendo il ruolo silenzioso ma insostituibile della sua consorte. Nel 1945, quando le grammatiche italiane di esperanto erano introvabili, pubblicò il primo testo di quel tipo del dopoguerra (in litografia!). Fu poeta in esperanto, ma soprattutto traduttore di opere letterarie in poesia, molte delle quali compaiono nella Itala Antologio sopra citata. Insieme a Carolina Minio Paluello aveva curato Romo kaj ĉirkaŭaĵoj, traduzione di una guida turistica del Touring Club, il cui intero stock è andato distrutto – insieme all’analoga guida Milano kaj la lagoj de Lombardio - durante i bombardamenti dell’ultima guerra, insieme al centro esperantista situato nella Galleria di Milano. La collaborazione per questa guida, uscita in concomitanza del Congresso del ’35, aveva poi portato – come racconta il figlio Nicola Minnaja, che ringraziamo per le note anche personali di questa scheda – al loro matrimonio. Luigi Minnaja era un profondo conoscitore della cultura esperantista, e l’UEA ha intitolato al suo nome il premio che ogni anno viene assegnato al migliore saggio inedito in esperanto.

Nella lunga serie delle sue opere ne scegliamo una, forse frivola, ma che, in un’epoca in cui non esistevano i CD né gruppi musicali esperantisti, riscosse un ampio successo, e fu cantata in molti congressi e incontri: la traduzione di “Nel blu dipinto di blu”, la celebre canzone di Domenico Modugno: provate a cantarla lasciandovi trascinare dalla musica.


Pensas mi: sonĝo tiela revenas ne plu
miajn vizaĝon kaj manojn mi farbis je blu’
poste subite mi estis de l’vento rabita
kaj ekflugadis mi tra la ĉiel’ infinita

Flugadi o ho kantadi o ho ho ho
en blu’ farbite je blu’ restante ĉiele kun ĝu’
mi flugadis, flugadis feliĉa pli alten ol suno pli alten kaj plu
dum la mondo laŭgrade foriĝis malsupre sub mi
kaj muziko tre dolĉe sonadis nur sole por mi
Flugadi o ho kantadi o ho ho ho
en blu’ farbite je blu’ restante ĉiele kun ĝu’

Sed ĉiu sonĝo forsvenas ĉe l’taga fruhor’
ĉar subirante la luno kunportas ĝin for
sed mi plurevas en viaj okuloj brilhelaj
bluaj samkiel ĉielo puntita je steloj

Flugadi o ho kantadi o ho ho ho
en blu’ farbite je blu’ restante ĉiele kun ĝu’
mi flugadis, flugadis feliĉa pli alten ol suno pli alten kaj plu
dum la mondo laŭgrade foriĝis malsupre sub mi
kaj muziko tre dolĉe sonadis nur sole por mi

Flugadi o ho kantadi o ho ho ho
en blu’ farbite je blu’ restante ĉiele kun ĝu’
Kun vi



Kie estas sufero, estas ankaŭ espero  [874] : “Ogni cosa che è sofferenza, è anche speranza”.

 

Federazione Esperantista Italiana

http://www.esperanto.it

Città di Mazara del Vallo

http://www.comune.mazaradelvallo.tp.it

Altro sito

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